La Comunità di Progetto Trigno Residenza Diffusa vuole creare un miglioramento delle condizioni di vita dei residenti anziani del territorio dell’entroterra vastese. Uno dei problemi che gravano maggiormente nei territori come quello appena citato è la carenza di servizi sanitari. Di fatti, attraverso il progetto di Residenza Diffusa, s’implementerà l’assistenza sanitaria extra-ospedaliera, puntando sulla teleassistenza tra operatori medici e utenti, in modo che gli anziani possano rimanere nelle loro abitazioni e ricevere comunque un supporto sanitario adeguato. Conseguentemente, si aggiungeranno spazi aggregativi e sociali a quelli già esistenti, rigenerando il patrimonio edilizio sottoutilizzato. Abbiamo intervistato Roberto Colella, uno dei promotori e referente della comunità, per conoscere meglio il progetto Trigno residenza diffusa. Conosciamo Roberto Colella, il referente della Comunità di Progetto Trigno residenza diffusa. Giornalista di politica estera, docente ed esperto di turismo, dopo gli studi in scienze politiche a Roma e aver girato il mondo per lavoro e diletto, qualche anno fa decide di rientrare nella sua città natale, Campobasso, per insegnare e occuparsi di valorizzazione del territorio e turismo collaborando con enti locali e tour operator. È stato il promotore del Parco delle Morge in Molise, ha fondato “borghi di lettura”, un network culturale nazionale, e al precedente avviso delle Comunità di Progetto ha realizzato il progetto della Rocciapolitana d’Abruzzo. Come e perché nasce il progetto? Durante il periodo di lockdown a causa del Covid19, si è sviluppata questa idea di progetto che nasce dalla necessità diffusa di offrire il servizio di assistenza sanitaria ad un copioso numero di anziani. Dunque il mio pensiero è stato proprio quello di offrire il servizio in una modalità diffusa, in modo che gli anziani possano rimanere nelle loro case ed essere assistiti con la telemedicina. Ho conosciuto una azienda start-up che realizza dei braccialetti sensori, ho iniziato a sperimentarla con alcuni conoscenti e il risultato ottenuto è stato molto incoraggiante. In seguito, confrontandomi con la titolare della RSA di Celenza sul Trigno, con cui già avevo avuto contatti, è nata una collaborazione per la quale abbiamo deciso di partecipare al bando del GAL Maiella Verde per le nuove Comunità di Progetto, con il fine di ricevere un finanziamento per la sperimentazione del progetto. Quali sono gli obiettivi del progetto? Il fine ultimo del progetto è chiaramente quello di migliorare la vita degli abitanti delle aree interne, tramite una maggiore assistenza sanitaria, considerando che in alcuni comuni non è presente alcun tipo di presidio sanitario. Un altro obiettivo è la conservazione ed il recupero del patrimonio edilizio, creando nuovi spazi aggregativi in quegli edifici che il comune ci metterà a disposizione, come per esempio un cineforum, una libera università della terza età e laboratori creativi. Infatti, oltre a telemedicina e servizi sociosanitari, che sono i settori su cui chiaramente ci concentreremo maggiormente, abbiamo previsto anche servizi culturali e ricreativi. Tutto questo servirà a creare anche opportunità lavorative nella silver economy, che oggi è la quarta economia al mondo e quindi un settore fortemente in crescita. Quali sfide? Noi siamo partiti dall’analizzare le problematiche che principalmente sono il sovraffollamento delle case di riposo, lo svuotamento dei borghi e degrado edilizio e l’assistenza carente nelle aree interne e la soluzione l’abbiamo immaginata proprio nella residenza diffusa. Dunque la sfida è quella di creare un modello alternativo che possa evitare una depopulation nei paesi e allo stesso tempo creare nuove opportunità lavorative. Oltre ai fondi del presente progetto del GAL, che ci permetterebbero di sviluppare una fase di start-up, speriamo di attingere anche ad altri finanziamenti, come quelli della Strategia Nazionale delle Aree Interne e del PNRR. Come vi siete organizzati? Chi aderisce alla Comunità di Progetto? La comunità di progetto è strutturata con una serie di associazioni culturali no-profit, la cooperativa sociale Samidad che offre personale sanitario, imprese come la RSA Il Chiostro, i Comuni aderenti ed alcuni singoli cittadini. Ad oggi sono coinvolti 3 Comuni che sono Celenza sul Trigno, Torrebruna e San Giovanni Lipioni, ma speriamo nei prossimi anni di ricevere una forte richiesta e di poter allargare il servizio anche ad altri Comuni limitrofi. Operativamente? Quali azioni concrete state implementando? L’idea è di rendere il borgo un posto a misura di anziano e dunque creare una serie di spazi per attività ricreative, sociali e culturali. Unitamente a questa iniziativa ci sarà l’implementazione dell’aspetto tecnologico utile per l’assistenza sanitaria di telerilevamento, anche con il fine di ridurre il carico sulle strutture ospedaliere, considerando che l’ospedale di riferimento per il nostro territorio è quello della città di Vasto che dista 40 km. Quali risultati volete raggiungere da qui a un anno? E come si potranno “visualizzare” concretamente sul territorio? Inizieremo a sviluppare eventi sul territorio per presentare il progetto e fare in modo che venga conosciuto il più possibile. Inizialmente il servizio sarà gratuito, ma magari in futuro potremmo prevedere un investimento a carico dell’utente, rimanendo comunque su cifre che sono meno della metà delle RSA